D : 30 ANNI DI DIREZIONE DI UNA SCUOLA DI DANZA. UNA SCELTA, UNA VOCAZIONE, UN CASO, UN RIPIEGO… COME E’ STATO L’APPROCCIO ALL’INIZIO?

R: E’ stata assolutamente una scelta. Ho avuto la fortuna fin da ragazzina di sapere cosa “voler fare da grande”. Volevo danzare,ma parallelamente costruire un posto dove si imparasse la danza con delle caratteristiche ben precise, quelle che vedevo venire meno nelle scuole o nei corsi che frequentavo o frequento.

D: CHE TIPO DI CARATTERISTICHE?

R: Desideravo che la mia scuola fosse un posto “caldo”,accogliente,una seconda casa per i ragazzi. Non dimentico mai la responsabilità che come educatore ho: la scuola di danza come un qualsiasi altro posto dove si pratica dell’arte o dello sport è per me prima di tutto un centro di aggregazione,un luogo dove i ragazzi condividono obiettivi comuni ma anche sacrifici,fatiche. E quel modo speciale che ritrovo ogni volta che sono a New York a lavorare,quell’accoglierti con un sorriso,quel chiedere “Come stai” non per finta ma per davvero..sono piccoli segni di attenzione verso gli allievi. E sono loro,gli allievi che poi alla fine fanno stare in piedi la scuola,non io. E penso vadano coccolati,tutelati,mantenendo il rispetto delle regole .Insomma…una scuola di danza come una seconda casa. Dove si sta bene. Ma dove si impara anche a  “comportarsi bene”.

D: E HA AVUTO SUCCESSO NEGLI ANNI QUESTO SUO MODO DI IMPOSTARELA RELAZIONECONGLI ALLIEVI?

R: Non dovrei dirlo io, ma più di una volta ho sentito dire dagli allievi, ma anche da miei colleghi che per rapporti lavorativi hanno trascorso periodi a scuola, la stessa frase”Sembra di stare a casa”. Devo fare una piccola-grande parentesi. Molto personale. Ma non posso farne a meno. Per una decina d’anni..dal 1995 circa al 2005 ho avuto la fortuna di avere in segreteria, sia per sbrigare le pratiche di ufficio, sia per accogliere allievi e genitori, la mia mamma, da tutti conosciuta come “la signora Maria”. Purtroppo scomparsa a marzo 2006. Mia mamma ha svolto una professione molto particolare, era assistente sociale al Comune di Cologno negli anni in cui tutti dal sud venivano nei paesi dell’hinterland milanese per trovare lavoro. Prima da sola e poi come caposettore ha dovuto affrontare molti casi difficili. Quando andò in pensione la presi con me(..si offrì lei di aiutarmi,naturalmente). Ecco, sarà stato il suo percorso lavorativo mescolato al suo modo di essere, al suo stile di vita, ma ho compreso ancora di più ora, quanto la sua presenza sia stata fondamentale nella mia scuola per sviluppare quelle caratteristiche di cui parlavo sopra. Mia mamma è andata anche oltre. Faceva da “cuscinetto” tra la mia figura,istituzionale …e le allieve. Da quando è venuta a mancare siamo rimasti tutti orfani sia di lei che della figura che rappresentava a scuola. Negli anni successivi mi è vento naturale metabolizzare certi suoi atteggiamenti e a farne tesoro.

Soprattutto in questi ultimi anni sono consapevole di quanto sia importante per una mamma, un papà… che corrono tutto il giorno tra lavoro e faccende familiari, sapere che la propria figlia è in un posto SICURO e che c’è qualcuno che si occupa di lei anche se la si va a “ritirare” un ora dopo. Sono piccole attenzioni che tutte insieme rendono speciale la mia scuola. Ho imparato da mia mamma e imparo ogni giorno.

D: MAGNIFICO… MA LEI MI STA ALLONTANANDO DAL TEMA DELL’INTERVISTA… PARLIAMO DELLA DANZA , DELL’INSEGNAMENTO

R: Eh…eh…adesso parliamo anche di danza. Ma quello che ho raccontato lo reputo un valore aggiunto che possiede il Centro Danzaricerca ed è importante dirlo,come importante sottolineare che poi sono tutti quelli che frequentano la scuola che automaticamente diventano speciali perché senza accorgersi applicano anche loro questo modo sensibile di rapportarsi. Il merito va soprattutto a loro:genitori e allievi. Per la danza….a parte la mia storia ,i miei studi e la storia del Centro Danzaricerca, di cui può documentarsi leggendo le relative schede del nostro sito, posso solo aggiungere alcune sfumature, che non si possono mettere nei curriculum  che sono un po’ la “lista della spesa” o nell’elenco degli spettacoli fatti o dei premi vinti.

Una prima nota è il continuo studiare. Mettersi in discussione,cercare sempre nuove dinamiche e “nuovi trucchetti”..come li chiamo io, per migliorare la propria prestazione e per poi passare il tutto agli allievi. Ancora oggi continuo a prendere la mia classe di classico e almeno tre volte all’anno vado a New York dove posso perfezionare il modern con maestri bravissimi ( cito fra tutti Max Stone, che tiene master class alle più famose compagnie del mondo). E sempre a New York prendo lezioni di classico con maestri di fama mondiale,come Gelsey Kirkland,partner storica di Barishnykov. Perché c’è sempre qualcosa di nuovo da “portare a casa” e da “passare” ai miei allievi. Ed insieme alle nuove dinamiche porto sempre con me una energia ed una sensazione particolare di gioia che solo nelle sale di danza di New York trovo, un modo di relazionarsi con i colleghi ed i maestri che rende meno pesante la fatica della lezione. Non potrei dare una definizione precisa….so solo che quando torno dalle mie trasferte lavorative a New York i miei allievi mi aspettano con ansia perché sanno che ci saranno da studiare cose nuove ma ci sarà anche energia nuova.

Aggiungo un altro aspetto fondamentale che ha in se, per un insegnante, il continuare a studiare. Come dico io, si sta dall’altra parte della barricata e prendere lezione aiuta poi a darla con una consapevolezza maggiore sia della fatica fisica, sia della forza di volontà che bisogna applicare. Prendere lezione e poi darla aiuta a smussare gli angoli di un certo vecchio modo di insegnare fatto di urla, un po’ isterico, poco costruttivo( fino a qualche decennio fa i maestri davano le bacchettate sulle gambe!!!).

Fondamentale poi per me è stato il Corso di Alto Perfezionamento in Scala. Sono entrata per audizione. Eravamo in un centinaio per 15 posti liberi. Al Corso in Scala abbiamo fatto tirocinio insegnando agli allievi dei corsi. Abbiamo approfondito materie che gli insegnanti di danza solitamente non hanno la possibilità di approfondire come anatomia applicata al movimento, pedagogia, storia della danza, storia della musica, sbarra a terra, propedeutica, danze storiche e di carattere. E’ stato fondamentale per me rapportarmi con gli insegnanti scaligeri, confrontarmi e accorgermi che alcune cose che facevo già per istinto,erano codificate come regole di approccio con gli allievi. E ho potuto arricchire il mio bagaglio professionale sia dal punto di vista tecnico della danza sia dal punto di vista didattico.

D: BENE…PARLIAMO DEGLI ALLIEVI..VENGONO A STUDIARE DANZA PER HOBBY..PER DIVENTARE BALLERINI..QUALE E’ IL LORO OBIETTIVO?

R: I piccoli vengono perché instradati dai loro genitori. Ma insieme, io, la mamma e il papà di ogni piccolo allievo diamo loro il tempo di provare affinché siano convinti che il corso di danza sia quello che desideravano fare. Poi..continuano…e ci sono parecchie allieve che frequentano la scuola da 10..15 anni.

E come dicevo prima, si formano amicizie forti tra loro, gruppi che si frequentano anche fuori dalle lezioni e gruppi che simpaticamente -ed io ne sono felice-spesso si ritrovano al Centro Danzaricerca.

Se ci sono allievi particolarmente dotati, quando arriva il momento giusto, li indirizzo verso accademie professionali affinché possano far diventare la loro passione per la danza un vero lavoro futuro. Molti miei allievi sono diventati danzatori professionisti,altri coreografi e insegnanti,ed altri hanno intrapreso strade vicine alla danza. Sono fiera di aver contribuito alla loro formazione. Con quasi tutti c’è un continuo contatto. Molto mi aggiornano sui loro successi e mi chiedono consigli. Mi piace molto questa cosa.

Se posso,vorrei citare un mio ex allievo,Christian Carubelli che ha aperto una bellissima scuola di danza in una città qui vicino (mi ha detto che ha cercato di non stare troppo vicino a Cologno per correttezza nei miei confronti ed ho apprezzato tantissimo questa sua sensibilità…rara)Ecco, lui è tornato da noi come insegnante ospite ed abbiamo creato una “connessione” tra il Centro Danzaricerca e la sua scuola. Collaboriamo perché abbiamo compreso che unendo le energie i risultati sono maggiori. Sono spesso ospite nella sua scuola,in qualità di insegnante diplomata al Teatro alla Scala, come esaminatrice per gli esami di fine anno. 

D: CI SONO DELLE COSE NELLA GESTIONE DELLA SCUOLA CHE SONO DIFFICILI DA PORTARE A TERMINE?

R: certo…ci sono sempre un sacco di imprevisti, cambi di programma, relazioni complicate con le istituzioni, fondi insufficienti per promuovere gli spettacoli. Non pensi che siccome ho raccontato un sacco di belle cose sia tutto facile e previsto. Anzi,è sempre più difficile far comprendere all’esterno quanta fatica c’è nel nostro lavoro, dall’insegnamento all’allestimento e organizzazione di uno spettacolo. E’ sempre più difficile trovare luoghi adatti, teatri con tutte le caratteristiche del caso. Spesso ci adattiamo .Da sempre scelgo di allestire spettacoli investendo fondi personali per dare una possibilità in più ai miei allievi di danzare. Loro vengono prima di tutto. Non le nascondo che la cultura italiana, l’arte tutta, oramai da tanto tempo sta attraversando un periodo nero. Eppure la voglia di fare, noi addetti ai lavori-e siamo tanti!!- ce l’abbiamo! Spesso manca l’aiuto dagli enti,o mancano le strutture, o manca anche solo una giusta considerazione da parte degli esterni.

Questo però non mi porta a produrre spettacoli di qualità più bassa o a rinunciare. Rinuncio solo quando non c’è più niente da fare. E poi, l’adrenalina che sale quando si sta sul palco…chieda ai miei allievi….vale così tanto che non ci si può tirare indietro. Andiamo avanti…..è  l’unico modo per ottenere i risultati.

Una mia carissima amica di New York proprio ieri mi ha scritto:” Chi non sogna..non fa…..”E lei, partendo da un progetto ambizioso..è arrivata a renderlo concreto. Non posso che condividere. E andare avanti a sognare i prossimi obiettivi…!

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