Il mio punto di vista
Testi a cura di Agnese Riccitelli – Direttore Artistico, Ballerina e Coreografa. 

Cosa  è lo SHUFFLE: è un modo particolare di muovere i piedi facendo perno sul metatarso e sollevando i talloni. Un piede fa questa rotazione di 90 ° en dehors e l’altro fa la stessa cosa ma spostandosi in avanti ,in dietro o lateralmente. Grazie a questo gioco di tacco-punta ci si può spostare in qualsiasi direzione.

Questa è una spiegazione tecnica che potrei fornire io, in qualità di insegnante coreografa con un esperienza che nasce dallo studio della danza classica e del modern. Negli anni ho potuto avvicinarmi (perché non esiste buona danza e cattiva danza) anche ad altre discipline che mi hanno permesso di avere una visione più vasta e completa della danza nel suo insieme .

Questa, invece, è la spiegazione che viene data da Wikipedia:

Il Melbourne Shuffle è uno stile di ballo nato nella scena underground di Melbourne, in Australia verso la fine degli anni 80. Successivamente sono nate molte correnti stilistiche, il loro nome è in genere associato a quello di un paese, che si specializzano in una variante del ballo. Il movimento base della danza è il T-step adatto per vari tipi di musica elettronica. A questo trick si aggiungono altri movimenti delle mani e dei piedi, come il running man, il foot dragging e gli spin.

La cosa sorprendente che ho notato è che tutto si trasforma ma niente si inventa e che ogni passo ha le sue origini in passi storicamente più “antichi”.

Studiando tip-tap ho colto molte somiglianze con alcuni passaggi nella danza di carattere(nate molto prima del tip-tap).

Lo stesso passo base dello SHUFFLE non deriva forse da alcuni passi del modern-jazz degli anni 80?

Se vi ricordate le splendide coreografie di Lorella Cuccarini in quegli anni (tipo la sigla La notte vola) o le performance di Heather Parisi, sempre in quegli anni, non notate una certa somiglianza con lo SHUFFLE?

Certo, è interessante osservare come un passo come lo SHUFFLE abbia creato un aggregazione tra i ragazzi, un modo di riunirsi e uno stile anche nel vestire.

Inoltre, nel corso degli anni ha trovato una sua precisa identità tanto da creare eventi, gruppi e un forte senso di appartenenza e di difesa di questo stile sicuramente ammirevole.

Trovo ancora più interessante una nuova tendenza che unisce la danza e la “rete”. Il fenomeno del Dance Flash Mob che, dal mio modesto punto di vista, va avvicinato e “utilizzato” per promuovere ed aggregare le persone utilizzando la danza come “collante”.

Un Dance Flash Mob, come lo intendo io, deve poter far ballare tutti ed i passi, riferiti ad un genere od una canzone specifica, ovviamente vengono SEMPLIFICATI affinché si renda possibile la partecipazione di tutti coloro che lo desiderano.

Questo è l’esempio della coreografia per il Dance Flash Mob “Party Rock”, studiata proprio dal nostro Centro ed ottimizzata in modo molto semplice, per una facile comprensione e coinvolgimento delle persone.

Ben altra cosa è un Dance Flash Mob fatto da ballerini professionisti (ma a quel punto parliamo di azione non convenzionale), diventando una pura esibizione dove il “pubblico” non può partecipare ma resta solo spettatore passivo. A questo punto non è più un Flash Mob, ma uno spettacolo e va considerato come tale.

Va compreso (e non è molto difficile arrivarci) che vengono fatte quindi delle scelte semplificando la coreografia di riferimento a favore di una partecipazione di massa, altrimenti si snatura il significato del Flash Mob stesso.

Continuo a sostenere che non esistono passi di “proprietà privata” e che in alcune danze di carattere si nascondono passi di funky o che in alcuni passaggi del balletto classico risiedono le dinamiche della danza moderna.

Ritornando allo SHUFFLE come passo base, lo praticavo già 30 anni fa, non si chiamava così ma “stava” dentro nelle coreografie delle lezioni che andavo a prendere da Brian e Garrison, due famosi ballerini (adesso coreografi  televisivi e anche amici cari) della compagnia di BOB FOSSE che erano appena arrivati in Italia. Ma anche Bob Fosse a sua volta attinse da dinamiche già pre-esistenti, rendendole personali e differenti con il suo stile.

E’ inutile accanirsi su chi vuole solo diffondere la DANZA attraverso un sano modo di aggregazione senza soffermarsi a capire il “taglio” che è stato dato all’evento e le finalità.

E tornando al concetto del “tutto si trasforma, nulla si inventa”, il Dance Flash Mob, oserei affermare che ha delle somiglianze con le feste contadine e le danze di paese, che riunivano tutti durante momenti speciali (la Primavera, la raccolta del grano etc.), con la differenza che la “convocazione” parte fondamentalmente dalla rete.

Questo è uno dei tanti video che si possono trovare sulla rete sullo stile shuffle:

Pae & Sarah, due ragazzi davvero ammirevoli.

Concludendo, ritegno che non facciamo altro che riempire di nostre personali interpretazioni dettate anche dai nostri tempi, contenitori già esistenti e già mezzi pieni, nati con l’Uomo. E questo ci fa solo onore perché lasciamo un segno su una traccia già segnata da altri facendo in modo che nulla si cancelli, ma che si evolva insieme a noi.

Enjoy!
Agnese Riccitelli 

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