Passaggi di pensieri per rispondersi in modo appropriato alla domanda “cosa si intende per Danza Moderna?”.
Ah, questa è una bella domanda. Se dobbiamo guardare alla storia della danza, dobbiamo andare indietro, a cavallo tra fine 800 e inizio 900, ricordare Isadora Duncan e partire poi da Martha Graham (1894 -1991) “considerata (dice Wikipedia) la più grande danzatrice statunitense del XX secolo, nonché la “madre” della danza moderna. Sostenitrice del “movimento” come massima forma di espressione, con le forme angolari che riusciva ad assumere col suo minuto ma vibrante corpo sapeva comunicare le più profonde emozioni dell’animo umano.”
Da Martha Graham in poi è stato un fiorire di tecniche. Ricordo solo alcuni tra i grandi Maestro del Modern: Josè Limon, Merce Cunningham, Alwin Nikolais, Glen Tetley, Paul Taylor.
In mezzo a questi “grandi” ci sono stati, e continuano ad esserci, una miriade di Maestri e Coreografi che hanno saputo metabolizzare la mescolanza di tecniche, stili e dinamiche per una propria proposta di stile interessante.
Molta “danza moderna” strizza l’occhio al balletto classico e ne salva le basi, i piazzamenti, le tecniche per saltare e girare, anche se poi tutto viene filtrato attraverso nuove modalità e dinamiche. Alcuni coreografi della danza moderna “estrema” rinnegano il balletto classico e si spingono oltre per creare uno stile che chiamerei teatro-danza o danza di ricerca. In ogni caso,tutte queste proposte vanno secondo me osservate senza giudicare ma esaltandone il livello di ricerca e di spinta innovativa.
In questi 30 anni di insegnamento ho sempre cercato (ed ancora adesso lo faccio), di studiare con Maestri di modern-dance che potessero darmi interessanti spunti per lavorare. Con la consapevolezza che il loro stile e il loro “movimento” vadano poi filtrati dalla mia personale interpretazione. Ho studiato con tanti Maestri, ma da metà degli anni 90 ho trovato uno stile ed un Maestro che ho ritenuto da subito interessante e vicino alle mie corde.
Per questo non esito, almeno tre volte all’anno, di andare a lavorare a NewYork seguendo le lezioni di Max Stone, un “mito” per noi coreografi-insegnanti-danzatori italiani.
Lo conosciamo in tanti e in tanti apprezziamo la sua lezione. Ogni insegnante dovrebbe continuare nella sua vita a studiare, a provare tecniche diverse, a mettersi in discussione, a muovere il proprio corpo seguendo canoni diversi dai consueti, per una proposta innovativa, sempre “in discussione verso se stessi”, a favore degli allievi.
Posso dire con orgoglio che nel 2009 Max Stone ha tenuto uno stage di modern proprio al Centro Danzaricerca e molti miei allievi hanno avuto l’opportunità di apprezzare ed amare la sua lezione. Max (mi piace chiamarlo solo col suo nome, per l’amicizia che ci lega) insegna nelle principali scuole di New York e tiene spesso master class per importanti compagnie di fama mondiale (cito Complexions, già menzionata in questo mio precedente intervento). Ha creato un suo stile di “CONTEMPORARY” basato sull’allineamento, la forza e la transizione e con una particolare attenzione alla qualità del movimento. Devo aggiungere che in molti amiamo le sue classi perché trasudano concentrazione, serenità, energia. Infine non viene mai a mancare l’attenzione da parte sua verso tutti noi allievi e le sue correzioni sono preziose per migliorare la nostra qualità di movimento.
Ecco, quando volo a New York lo faccio per due motivi uno consequenziale all’altro:
- per me stessa come insegnante coreografa
- di conseguenza per i miei allievi.
Grazie alla mia dedizione continua i miei allievi riceveranno da me materiale sempre interessante e nuovo, filtrato dal mio modo personale di intendere la mia classe di modern, ma reso speciale da tutto ciò che Max mi insegna nella sua di classe.
La lezione di Max Stone è una lezione di MODERN (tanto per tornare alla domanda iniziale) con il suo stile, con il suo vissuto di danzatore e coreografo.
Le mie lezioni al Centro Danzaricerca di MODERN hanno il sapore newyorkese delle classi di Max, conservano una dinamica che si è formata in anni di incontri e studi con tanti Maestri, ma rappresentano la MIA storia, il mio vissuto, tutto ciò che ho metabolizzato e ciò che c’è dentro la mia anima. Però il mistero più affascinante di queste lezioni, è che sono gli allievi a renderle speciale e diverse ogni volta con le loro percezioni, il loro modo di danzare e d’interpretare.
Qui mi soffermo, seppure il concetto mi porterebbe ad incominciare un altro discorso sull’anima e su quanto la danza ci fa “tirare fuori”… (magari sarà il prossimo argomento forse delle mie riflessioni sul Blog)!
A presto, Agnese
Leave a Reply